articolo di Cristina Mangia e Patrizia Colella, Sapere, febbraio 2010, p.54
«Il lavoro intellettuale è lavoro del cervello, e il lavoro cerebrale porta di conseguenza il consumo di sostanza grigia, la quale richiede un’abbondante e giornaliera alimentazione riparatrice a cui l’organismo della donna non può adattarsi, perciò l’attività intellettuale si va mano a mano affievolendo».
Comincia così, con le parole tratte dalla relazione di A. Tamborrini del 1888 il convegno scientifico al centro dello spettacolo teatrale Gone with the …Science realizzato dagli studenti e dalle studentesse di tre scuole della Provincia di Lecce (2), nell’ambito del progetto «Rappresentarsi nella scienza: un laboratorio per la scienza futura» finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri -Dipartimento delle pari opportunità (Progetto IPO).
Sul palco, sede del convegno, scoppia una disputa tra uomini e donne, che manifestano l’irritazione per la tesi che nega loro capacità in campo scientifico. Come dimostrarne l’infondatezza? Semplice: rievocando la vita di alcune donne scienziate il cui lavoro è intrecciato con grandi temi della scienza e della tecnica.
Per prima Rosalind Franklin. Il suo nome non compare nei libri di biologia, ma il suo contributo si rivelò fondamentale per la scoperta della struttura del DNA….
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