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Presenta
“La differenza insegna.
La didattica delle discipline in una prospettiva di genere”
A cura di Maria Serena Sapegno, Carocci 2014
Casa internazionale delle donne
12 marzo 2015 ore 17,30
Intervengono:
Francesca Izzo, il Laboratorio Sguardi sulle Differenze
dell’Universita’ La Sapienza di Roma, Irene Biemmi
Il libro, costituito in buona parte dai contributi dei/delle docenti che hanno partecipato al convegno “Che genere di programmi?” svoltosi nel febbraio 2013 presso la Sapienza, Università di Roma, si propone insieme come riflessione teorica e strumento didattico facilmente utilizzabile.
La scuola è chiamata oggi a svolgere un compito fondamentale nell’educazione al riconoscimento di tutte le differenze e alla loro valorizzazione: prima fra esse la differenza fra uomini e donne, che è stata a lungo causa di discriminazione per la metà del genere umano ed è invece, se correttamente intesa, ricchezza e risorsa per il benessere degli uni e delle altre. L’educazione all’affettività, la lotta al bullismo, alla devianza, alla violenza contro le donne, la formazione delle nuove generazioni al rispetto reciproco e alla consapevolezza delle ragioni dell’altro/a non può che partire da qui. Anche le istituzioni ne hanno preso atto, come dimostra il recente disegno di legge che prefigura l’introduzione dell’educazione di genere in tutti i livelli d’istruzione, non certo come materia a se stante, ma proprio come tematica trasversale a programmi e discipline.
Gli studi e le ricerche degli ultimi anni dimostrano che è proprio a scuola che si diventa uomini e donne, o meglio che ciascuno/a diventa un certo tipo di uomo o di donna: attraverso la relazione con gli/le insegnanti che, spesso inconsapevolmente, rafforzano o mettono in crisi gli stereotipi sul maschile e sul femminile e ancor più attraverso le relazioni informali con compagni e compagne.
Per prima cosa, dunque, e’ importante riconoscere il carattere non neutro di tutte le interazioni che avvengono in una classe e interrogarsi su come insegniamo, oltre che su che cosa insegniamo.
In mancanza di una seria riflessione su quest’aspetto, irrilevanti possono risultare sia l’integrazione di manuali di letteratura o di storia con figure di donne tradizionalmente dimenticate, sia la rilettura dei contenuti; ma anche l’osservazione di metodi e contesti d’insegnamento, che potrebbero essere all’origine, per esempio, del gap che vede le ragazze ottenere risultati inferiori ai loro compagni nelle materie scientifiche.
Il libro, pensato in particolare per le scuole superiori, ma utilizzabile anche da docenti dei primi livelli di scuola, è diviso in tre parti: la prima contiene alcuni saggi di carattere generale; la seconda raccoglie contributi centrati sulle singole discipline; la terza, fatta di schede brevissime, rimanda ai materiali online, che, in forma di PPT, propongono unità didattiche o esercitazioni utilizzabili direttamente o come modello per produrne in proprio.
La differenza insegna. La didattica delle discipline in una prospettiva di genere
È ormai senso comune che la scuola e l’università potrebbero e dovrebbero avere una funzione importante anche nell’educazione alla parità tra uomini e donne, così come al riconoscimento della differenza e dei modi di viverne liberamente le caratteristiche. Una formazione al rispetto della differenza primaria tra i sessi offrirebbe gli strumenti critici per riconoscere anche altre differenze, sempre più evidenti, che attraversano i nostri studenti, arricchitisi in questi anni con soggetti provenienti da culture diverse. Alla base di questo importante processo non può che esserci la revisione di quell’idea astratta di Uomo che abbiamo ereditato dalla tradizione per abituarci a pensare un mondo popolato di uomini e di donne.
Tutte le discipline sono coinvolte in questo percorso critico, per aiutarci a smontare gli stereotipi che ci inchiodano a ruoli rigidi e umilianti, per insegnarci a svelare la misoginia e a costruire uno sguardo critico sul mondo che ci circonda, sulle dinamiche di potere nelle quali cresciamo e che spesso non vediamo anche se sono dietro tante manifestazioni di violenza.
Questo libro è il frutto dell’incontro e della collaborazione tra scuola e università.
Maria Serena Sapegno insegna letteratura italiana e studi delle donne e di genere all’Università “Sapienza” di Roma. Ha rappresentato la Sapienza per un decennio nelle reti europee sugli studi di genere. Da molti anni coordina su questi temi un’attività di ricerca che coinvolge studenti, ricercatrici e insegnanti. Tra i prodotti recenti di tale collaborazione sono Figurazioni del possibile. Sulla fantascienza femminista (Roma 2008), Che genere di lingua? Sessismo e potere discriminatorio delle parole (Roma 2010) e Identità e differenze. Introduzione agli studi delle donne e di genere (Roma 2011).
Questo libro fa seguito a molti dibattiti, a un appello sulla stampa a proposito dell’ultimo concorso a cattedra (Che genere di programmi? lettera aperta al Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, ottobre 2012), e al Convegno nazionale dallo stesso titolo che ne è scaturito (Roma, Facoltà di lettere e filosofia, Febbraio 2013). Un grande lavoro dovuto alla passione e all’impegno di molte: Eleonora Carinci, Gabriella de Angelis, Mariagabriella di Giacomo, Maria Pia Ercolini, Maria Antonietta Passarelli, Annalisa Perrotta, Sonia Sabelli, Laura Talarico.