I funerali di Francesca Molfino si sono svolti il 10 aprile a Roma. Pubblichiamo il testo letto in quella occasione da Flavia Zucco, past president dell’Associazione Donne e Scienza
Noi siamo il piccolo gruppo romano di Donne Scienza: abbiamo discusso a lungo della ricerca scientifica e delle donne, confortate da dolci e vini raffinati, perché così doveva essere coltivata secondo Francesca la nostra preziosa amicizia.
Come gruppo facevamo parte di un Collettivo nazionale di Donne e Scienza che si riuniva periodicamente dal 1988 a Bologna. Sono stati circa venti anni di formazione personale, culturale e dialettica per tutte noi, prima ancora che ci costituissimo formalmente. Lei aveva voluto fortemente questo passo istituzionale dell’associazione “Donne e Scienza” ed aveva già il nome della notaia, ancora prima che noi ci decidessimo. E’ lei che ci ha ribattezzato poi “Nonne e scienza” perché non ci sentissimo, noi le fondatrici, troppo cariche di responsabilità e non ci prendessimo troppo sul serio. Al primo convegno, è arrivata in Campidoglio con un mazzo di peonie per tutte noi.
Tutte le esperienze che abbiamo condiviso in questi anni sono segnate dalla sua generosità: prestava attenzione alle nostre persone, ai nostri bisogni; forse per il lavoro che faceva, sapeva sempre qual’era il modo giusto per esserci accanto. Abbiamo viaggiato insieme, simbolicamente e di fatto. E in tutti i vari percorsi si è trattato sempre di un’esperienza particolare. Perché lei aveva qualcosa in più da farci conoscere e gustare.
Io in particolare ho lavorato con lei, specialmente negli ultimi tempi. Anche questa è stata un’esperienza forte con due stili a confronto: la tendenza alla sintesi da parte mia, quella all’analisi da parte sua.
Studiavamo, leggevamo e poi scrivevamo… io tendevo a sistematizzare ed organizzare il raccolto, lei continuava a dipanare…. a riprendere i fili daccapo… Certe volte, per la stanchezza, m’irritavo un po’, ma poi restavo affascinata dal suo modo di procedere e mi chiedevo se nella mia di vita, anche professionale, non mi fossi persa qualcosa per strada, per non aver avuto abbastanza attenzione e curiosità come lei.
Quello che, invece, rendeva impaziente lei era la resistenza occulta degli stereotipi, la sordità, la presunzione delle semplificazioni banali, tutti quegli elementi che non ti permettono di andare lontano coi passi del corpo e col pensiero della mente.
Amava la bellezza della vita e voleva continuare ad esplorarla. Frrr era la firma di Francesca: un rumore della natura (vento tra le foglie, un volo di uccello). La invidiavo per questo suo fremito di vita, per questa voglia di esplorare e condividere il gusto delle cose. Era capace, nonostante tutte le durezze della vita, di essere sempre golosa del bello e del buono: mostre e vinerie, pensieri e leccornie.
Rispetto a Nonne e Scienza adesso c’è una nuova generazione. Cristina Mangia, che è l’attuale Presidente e non può essere qui oggi con noi, ha scritto nel nostro sito lo smarrimento e l’incredulità per la rapidita’ dell’addio. Voglio concludere con le sue parole: “F. M. Femminista, psicoanalista, tra le fondatrici dell’Associazione Donne e Scienza e del Centro culturale Virginia Woolf, da sempre con le donne nei Centri antiviolenza. Esempio di bellezza ed eleganza nell’aspetto e nell’intelligenza senza eta’. Lascia in tutte noi un vuoto d’affetto e di pensiero incolmabili”.