Il presente manifesto aderisce alla “Carta europea dei ricercatori e al codice di condotta per la loro assunzione”
La scienza contemporanea sta attraversando una fase di grande trasformazione ed una profonda crisi nei rapporti con la società.
Di questo si deve tenere conto nel richiedere condizioni migliori per la ricerca scientifica ed i suoi addetti.
La scienza contemporanea
L’assioma che sottende la scienza contemporanea è che “non può esistere scienza senza tecnologia”.
Per quel che riguarda la governance:
- È necessaria una gestione consapevole della commistione, ormai esistente, tra produzione di conoscenza e produzione di tecnologia.”. Quest’ultima non deve penalizzare la ricerca teorica, il pensiero astratto e la formulazione di teorie ed ipotesi da verificare. A preoccupare, infatti, è la proletarizzazione del lavoro di ricerca, a cui si è assistito negli anni più recenti e ripetutamente denunciata, almeno sui giornali anglosassoni. Con tale termine si fa riferimento ad un lavoro puramente esecutivo o di accompagnamento alla tecnica, in cui si trovano coinvolti molti giovani ricercatori.
- Sono necessari investimenti economici ed una formazione del personale, adeguati a questo contesto;
- È necessario che le istituzioni di ricerca ed i programmi relativi si dotino di strumenti che sostengano e promuovano gli aspetti virtuosi della trasformazione e, invece, ne controllino gli altri.
- Vanno stabilite delle regole nella corsa ai finanziamenti da parte di singoli o di gruppi;
- Va istituto un controllo sui meccanismi, tramite i quali, il mercato condiziona la produzione stessa di nuove conoscenze.
- Devono esistere nelle istituzioni le masse critiche necessarie a svolgere progetti di ricerca, non solo per numero ma anche per qualificazione professionale diversificata: ricercatori, tecnici ed amministrativi di diverso livello con ruoli e mansioni specifiche, adeguate alla nuova struttura dell’impresa scientifica.
- Deve essere favorita la messa in rete di competenze interdisciplinari come pure la mobilità.
- I nuclei di eccellenza vanno sostenuti e valorizzati con forme di tutorial che li mettano in grado di continuare a lavorare e produrre, indipendentemente da chi li ha fondati e diretti.
- Le donne che vogliono fare ricerca vanno rese consapevoli delle possibilità che ci sono ed incoraggiate a partecipare, superando il complesso di essere discriminate a priori. Le scienziate, inoltre, fino a che la cultura generale non cambierà, dovranno avere sostegni per quel che concerne il carico familiare, e modalità di recupero dei tempi dedicati ad esso. Queste misure sono peraltro previste già in vari paesi europei e mirano a non disperdere capacità che, appropriatamente supportate, possono risultare anche eccezionali.
Per quel che riguarda il personale:
- I metodi di selezione del personale devono essere trasparenti e verificabili;
- In generale devono essere finalizzati a premiare il merito, la qualità del lavoro e la produttività;
- Le selezione deve, però anche tenere conto dei compiti previsti e quindi vanno chiaramente individuati i profili e specificate le competenze richieste.
- I criteri di valutazione, per rispondere alle necessità della scienza contemporanea, devono includere:
- la capacità di guidare o condurre lavori di gruppo (good mentoring);
- la disponibilità a concedere spazi di libertà ai giovani (rewarding work environment);
- la rimozione del protagonismo a favore del gruppo;
- il senso di responsabilità verso gli altri;
- le attività di trasferimento della conoscenza alla società.
- La selezione deve avvenire per concorsi, che devono essere adeguatamente pubblicizzati.
- Le commissioni devono essere formate da membri qualificati e indipendenti, ed i loro CV devono essere disponibili.
- Non devono più esistere disparità di genere a favore degli uomini;
Scienza e società
Infine, se si vuole che la ricerca scientifica ricominci a dialogare con la società in modo che ambedue ne traggano spunti di riflessione e scambio, bisogna che tali processi di ristrutturazione del mondo della ricerca avvengano in forme condivise e trasparenti.
L’appello ad una più diffusa e solida cultura scientifica risulta parziale e, probabilmente, infruttuoso ai fini del dialogo, se a questa non si accompagna una cultura umanistica e filosofica altrettanto qualificata. Risulta difficile altrimenti immaginare come ragione ed emozioni possano essere comunicate.
Si tratta di mescolare due linguaggi ed allo stesso tempo di renderli più pertinenti. Sul problema dei linguaggi, la scienza stessa attraversa una fase di revisione, la cui necessità non sfugge agli specialisti delle varie discipline.
Le semplificazioni/generalizzazioni presenti all’interno del mondo scientifico hanno trovato un’eco amplificata nei mezzi di comunicazione, che hanno così trasmesso messaggi contraddittori, se non addirittura inconsistenti.
La formazione deve dunque essere per tutti, fin dai primi anni scolastici, adeguata ad affrontare gli aspetti di pervasività e globalizzazione della tecnologia, in modo da farne un uso corretto e consapevole.