È Sigmund Freud a presentare la figlia Anna all’affascinante scrittrice Lou Andreas-Salomé per colmare l’assenza di una madre distante. Tra le due donne nasce un’inedita amicizia che prende corpo in un’appassionata corrispondenza. La trama di riflessioni su loro stesse e sul legame che le unisce si intreccia con un sentimento di affettuosa devozione che va oltre le parole per diventare scambio di attenzioni, visite e regali.
Dalle lettere che si scrivono tra il 1922 e il 1937 emerge il ritratto di una Germania fiaccata dalle ristrettezze economiche e irretita dal nazismo, in cui l’unica via di fuga sembra essere l’attenzione alla natura e alla crescita interiore. Ma la vera protagonista di questo scambio epistolare è la psicoanalisi, che ha trovato nella comunità ebraica viennese l’ambiente ideale per imporre le sue idee rivoluzionarie.
Su questo sfondo in cui si annodano, a volte tragicamente, le vite di analisti e pazienti, si legano i destini di Lou e Anna, l’una incarnando l’«eterno femminino» goethiano, l’altra emancipandosi dai modelli femminili dell’epoca, pur restando sempre a fianco del padre. Da questo incontro nascerà un nuovo modo di vedere il lavoro analitico, non più confinato alla patologia, ma aperto alla comprensione della normalità e alla costruzione di una vita psichica autonoma, ricca di pulsioni, sogni e fantasie.
Francesca Molfino ha una formazione psicoanalitica freudiana e lavora da più di trent’anni con pazienti adulti. Dal 1974 ha fatto parte attiva del movimento femminista ed è stata co-fondatrice del Centro Culturale Virginia Woolf (Università delle Donne). A tutt’oggi lavora con le donne nei Centri Antiviolenza e nel 2004 ha costituito insieme ad altre studiose e scienziate l’Associazione Donne e Scienza. È autrice di numerosi saggi e libri sui temi dell’identità femminile e sul rapporto tra psicoanalisi, femminismo e cultura. Per Dalai editore ha pubblicato Donne, politica e stereotipi (2006).
Laura Bocci, germanista, traduttrice letteraria, docente, autrice di diversi saggi e alcuni romanzi, ha tradotto autori moderni (Sternheim, Goldschmidt, Enzensberger) e numerosi classici tedeschi (Lenz, Chamisso, Kleist, Hoffmann, Brentano, Storm). Nel 2004 ha ricevuto il Premio Nazionale per la Traduzione del ministero degli Affari culturali. Attiva nel movimento femminista sin dai primi anni Settanta a Milano, presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma tiene attualmente un gruppo di scrittura autobiografica, il «Cantiere Autobiografia».