E’ una cosa intelligente da fare per una società europea innovativa e più giusta, ma il ritmo del cambiamento é ancora troppo lento. Nei paesi dell’Unione europea, le donne rappresentano il 45 per cento di coloro che ottengono il titolo di dottore di ricerca, ma solo il 30 per cento dei ricercatori attivi e il 20 per cento dei professori. (1)
Il futuro dell’Europa sarà basato su un’economia innovativa e sostenibile, alla base di società inclusive e più eque, e la scienza e l’innovazione sono attori centrali in questo contesto. La parità di genere è un diritto fondamentale, ma oggi è anche sempre la cosa più “intelligente” da fare per una società innovativa e più giusta.
La politica pubblica dell’Unione Europea è ora chiaramente consapevole e disposta ad affrontare seriamente il problema. Questo è stato il senso del messaggio inviato da Eva-Maria Stange, Ministro di Stato in Sassonia per l’istruzione superiore, la ricerca e le arti, mentre apriva la conferenza di GENIS-LAB, il “Gender in the Science and Technology Laboratory“, progetto che ha cercato di comprendere le ragioni dietro questo problema e ha preso misure per promuovere una maggiore uguaglianza di genere in sei istituti di ricerca in Europa (http://www.genislab-fp7.eu/).
GENIS-LAB, finanziato dal 7 ° programma quadro dell’UE, é volto a stabilire efficaci “Sistemi di gestione di genere” per ottenere un cambiamento strutturale per la parità di genere, in sei organizzazioni scientifiche di tutta Europa. Attraverso GENIS-LAB, tale “cambiamento strutturale” ha preso forme diverse nelle vari istituzioni coinvolte, dai sistemi HR basati sulle competenze innovative per assumere e trattenere i migliori fisici nucleari in Italia, all’introduzione del genere come criterio di qualità nei punteggi nella gestione universitaria in Svezia, o aumentando la consapevolezza dell’importanza degli stereotipi difficili, per creare un ambiente di ricerca chimica migliore e più inclusivo in Slovenia.
L’esperienza del Centro in “come promuovere l’uguaglianza sul lavoro” ha svolto un ruolo importante in questo processo, poiché i nostri esperti hanno accompagnato ciascuna istituzione in un processo partecipativo di autovalutazione sulla base del “ILO Participatory Audit di genere”, che è stato il punto di partenza per la progettazione di azioni su misura specifiche, ulteriormente supportate da tecnici esperti della Fondazione Giacomo Brodolini e Associazione Donna e Scienza. Il progetto ha attivato un processo che ha coinvolto tutti i settori (manager, ricercatori e personale amministrativo) delle sei organizzazioni in discussione, individuando gli ostacoli e definendo strategie per superarle.
Le linee guida sono disponibili qui.
1) EC, 2013. Gender in Research and Innovation. Statistics and Indicators. Brussels. http://ec.europa.eu/research/science-society/document_library/pdf_06/she-figures-2012_en.pdf