La loro vicinanza vicino a bisonti, cavalli e mamuth aveva a lungo portato a credere che si trattasse di firme maschili (forse adolescenti), legate alla figura dell’uomo preistorico cacciatore, eppure le impronte delle mani rinvenute in diversi siti archeologici sarebbero di stampo femminile. A sostenerlo è uno studio pubblicato su American Antiquity guidato da Dean Snow della Pennsylvania State University, che ha analizzato i dipinti preistorici rinvenuti in otto siti tra Francia eSpagna.
Le analisi di Snow, come racconta National Geographic, hanno avuto inizio in seguito ad alcuni studi secondo i quali la lunghezza delle dita, e il rapporto tra la grandezza delle stesse dita tra loro, è diversa negli uomini e nelle donne. In particolare, l’anulare e l’indice nelle donne avrebbero quasi la stessa lunghezza, mentre negli uomini l’anulare tende a essere più lungo dell’indice. Alla luce di questo Snow ha analizzato, attraverso un algoritmo allestito ad hoc per considerare tutti i parametri fisici delle mani, 32 impronte rinvenute nelle pitture rupestri europee (come quelle dei siti di El Castillo, Gargas e della grotta del Pech-Merle), stabilendo che 24 di queste erano probabilmente di mano femminile.
Lo studio di Snow però non risponde però a tutte le curiosità circa le pitture rupestri. Non si sa infatti perché mai le donne avrebbero dovuto lasciare questi segni nellecaverne, se davvero fossero state loro, né se oltre a lasciare le firme abbiano anche creato i disegni che li accompagnano.
via Galileo