Ricorre oggi, 11 febbraio, la Giornata Mondiale per le Donne e le Ragazze nella Scienza, istituita nel 2015 dalle Nazioni Unite con lo scopo di incoraggiare una partecipazione paritaria e a pieno titolo di donne e ragazze a tutti i livelli nelle discipline STEM (https://www.un.org/en/observances/women-and-girls-in-science-day).
L’edizione di quest’anno ha, inevitabilmente, come tema ‘Donne scienziate in prima linea nella lotta contro il COVID-19’.
Ricordiamo che l’obiettivo n. 5 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile è proprio la Parità di genere. In merito, il Parlamento Europeo presta una costante attenzione diramando risoluzioni agli Stati Membri, mentre, già da almeno due decenni, la Commissione Europea finanzia progetti e istituisce gruppi di studio sul tema genere e scienza per trovare vie e soluzioni che aprano la strada verso la parità degli accessi, delle opportunità, delle carriere.
Tuttavia resta ancora molto da fare.
Benché in giovane età le capacità scientifiche e matematiche siano maggiori nelle bambine che nei bambini, persiste un divario che si allarga sempre più man mano che si procede con l’età e nella carriera, dallo studio (poche le ragazze che si iscrivono a determinate materie, per es. Informatica), fino agli apici, negli organi decisionali di Accademie, Università e Istituti di ricerca. Infatti, è dimostrato come anche nella ricerca e nella scienza le donne debbano affrontare difficoltà e discriminazioni di genere.
Sono molti i punti da discutere. In quest’occasione ne tocchiamo solo alcuni. Tra i molti aspetti e le varie azioni necessarie per giungere ad un radicale cambiamento culturale, qui ci soffermiamo solo sugli stereotipi e pregiudizi e suggeriamo alcuni strumenti per sostenere la presenza (l’ingresso e la carriera) delle donne nella scienza.
Stereotipi e pregiudizi di genere nella scienza.
Le ragazze sono spesso scoraggiate dall’intraprendere studi scientifici per una loro presunta minore attitudine alla scienza, in realtà un assunto frutto solo di stereotipi e pregiudizi.
Gli stereotipi agiscono a più livelli e originano da vari ambienti culturali, dalla famiglia, dai media e dalla scuola. Spesso sono impliciti, ma non per questo meno efficaci e convincenti.
Che fare? Sono necessari radicali cambiamenti socio-culturali per porre fine a questa situazione, cambiamenti che tuttavia stanno richiedendo tempi lunghi. Ci sono però una serie di azioni importanti da mettere in pratica da subito e costantemente:
- porre attenzione ai messaggi che vengono veicolati attraverso i testi scolastici per la scuola primaria per sfatare l’immagine -purtroppo ancora dominante- della studentessa in difficoltà con le discipline scientifiche e lo stereotipo della mamma a casa e del papà al lavoro;,
- fornire al corpo docente gli strumenti affinché prenda coscienza dei messaggi impliciti che possono essere inviati agli studenti e alle studentesse in merito alle attitudini e alla capacità delle ragazze di poter eccellere nelle discipline scientifiche.
Strumenti per sostenere la presenza delle donne nella scienza.
Benché le recenti statistiche mostrino una tendenza verso l’incremento nel novero delle docenti e delle ricercatrici, tuttavia permangono da una parte l’ampio divario disciplinare con minore e a volte residuali presenze delle donne in alcune carriere e discipline e, dall’altra, l’ancora scarsa presenza delle donne ai livelli apicali nelle università e negli enti di ricerca. Il numero di rettrici si conta sulle dita di una mano e non esiste alcun presidente di Ente di ricerca di sesso femminile. Anche le fasce più alte di occupazione scientifica (direttori di dipartimento, prof. ordinari e dirigenti di ricerca) sono in larga parte appannaggio degli uomini.
Che fare?
E’ urgente introdurre, in ogni istituzione e in tutti gli organi decisionali la presenza di un proporzionato numero di donne e uomini. Per ottenere questo, è necessario:
- curare una sistematica raccolta ed analisi dei dati e quindi predisporre, per tutte le università e gli enti di ricerca, l’obbligatorietà della produzione dei bilanci di genere;
- monitorare gli andamenti delle assunzioni e delle progressioni di carriera attraverso i bilanci di genere al fine di introdurre le necessarie modifiche attraverso la predisposizione dei piani di equità di genere (GEP, gender equality plan) in ogni istituzione e il conseguente uso degli strumenti che questi piani consentono di mettere in atto per raggiungere l’equità;
Per incoraggiare le giovani ad intraprendere le carriere scientifiche è possibile intervenire con diversi possibili mezzi quali per esempio:
- studiare la possibilità di aprire cattedre e posizioni dedicate per giovani ricercatrici dando loro mezzi e personale per condurre attività di ricerca;
- istituire programmi di mentoring per facilitare l’accesso e sostenere nelle fasi cruciali della carriera le giovani ricercatrici o quelle che desiderano ampliare le proprie possibilità di carriera.
In tutte le istituzioni scientifiche e per tutte e per tutti inoltre bisognerebbe:
- estendere le facilities di cura e assistenza per le funzioni genitoriali delle ricercatrici,
- istituire programmi di contrasto alle molestie sessuali e psicologiche sui luoghi di lavoro denunciandole e sanzionandole nei modi appositamente previsti;
- introdurre corsi di formazione sugli stereotipi e pregiudizi impliciti da estendere anche alle commissioni di selezione per nuove assunzioni o progressioni di carriera.
L’Associazione Donne e Scienza ha nelle sue mission sostenere queste azioni positive, indicarne l’importanza a chi prende le decisioni e fare quanto le è possibile affinché esse vengano messe in pratica.
sono molti anni che mi occupo del problema donne e scienza e donne e tecnologia, dalle analisi numeriche degli anni ’90 e poi dei primi anni 2000 e trovo che il miglioramento è stato molto lieve quando si è verificato.
Ho l’impressione che, a parte rari casi, quando il miglioramento dal punto di vista numerico c’è stato si è verificato in campi per i quali gli uomini non mostravano più grande interesse o per morivi di soldi o di carriera. O sono campi ritenuti “adatti” alle donne.
Trovo anche che il lieve miglioramento che si era verificato per quanto concerne gli stereotipi di genere negli ultimi tempio sia vanificato. Che fare? intervenire sempre e ovunque sugli stereotipi. Non vedo altra strada se non questa che è sicuramente molto lunga.