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Congresso mondiale Libertà di Ricerca, Roma 4-6 aprile 2014

III INCONTRO DEL CONGRESSO MONDIALE
PER LA LIBERTÀ DI RICERCA SCIENTIFICA
“Colmare il divario tra scienza e politica”

Concept Paper / Documento di presentazione

Le istituzioni democratiche incontrano crescenti difficoltà nel governare i problemi del nostro tempo, non solo la crisi economica, finanziaria e sociale. A seconda dei diversi orientamenti politici, esistono diverse letture, per alcune delle quali si deve ormai parlare di vera e propria degenerazione dei sistemi democratici, con analisi specifiche sulle cause che la determinano: endogene da una parte (es.: violazione sistematica delle procedure democratiche e dello Stato di diritto) esogene dall’altra (es.: dinamiche economiche ed ecologiche).

Senza pretendere di fornire la risposta al confronto sulla crisi della democrazia, la terza sessione del Congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica propone la seguente pista di riflessione ed azione: il metodo scientifico rappresenta uno strumento fondamentale per la vita del metodo democratico. Il consolidamento della scienza sperimentale è stato storicamente decisivo per l’affermazione di sistemi non autoritari di esercizio del potere, i quali hanno a loro volta consentito alla razionalità scientifica di diventare patrimonio sempre è più diffuso. La scienza potrà continuare a svolgere questa funzione, a condizione che il mondo della ricerca e quello della politica si confrontino e si parlino, si facciano vicendevolmente forza dei rispettivi strumenti per promuovere la libertà.

Nel 2004, quando fu fondato il Congresso mondiale, chiedevamo – con Luca Coscioni e 51 premi Nobel a suo sostegno – alle istituzioni politiche di difendere la ricerca dai fondamentalismi, in particolare di natura religiosa, che minacciano la società aperta. Il nome del Congresso era mutuato da quel “Congresso per la libertà della cultura” che nel dopoguerra vide grandi personalità impegnate ad contrastare i totalitarismi. Oggi, nel pieno di processi d’enorme impatto sulla stessa antropologia quali sono le rivoluzioni nel campo delle tecnologie digitali o genomiche, se si vuole impedire che il metodo democratico sia travolto da nemici esterni e da più insidiosi nemici interni – populismi, tecnocrazie ed altre forme di potere che di democratico mantengono solo le apparenze – occorre rivolgersi anche alla scienza; occorre che quel dialogo con la politica sviluppi tutte le sue potenzialità.

La Terza Sessione del Congresso mondiale è convocata a partire dall’obiettivo di colmare il divario tra scienza e politica, valorizzando il contributo che l’agire scientifico può fornire in positivo al rafforzamento delle libertà individuali e delle istituzioni democratiche. La scienza deve, innanzitutto, aiutare il processo decisionale a basarsi sui fatti. Senza lasciare spazio a Verità assolute, contrastando ogni forma di manipolazione ideologica della realtà, come spesso accade sui temi più controversi (dalle cellule staminali alla sperimentazione animale). Le nuove frontiere della ricerca possono fornire conoscenze e strumenti in grado di aiutare il governo della polis in ogni campo, dalla medicina all’ambiente. La stessa affermazione del diritto e l’effettiva partecipazione democratica possono trarre nuova linfa dalle scoperte scientifiche: basti pensare al contributo offerto dalle neuroscienze o dalle nuove tecnologie di comunicazione.

Nessuna tecnologia è, in sé, buona o cattiva, ma che sarà il suo uso -da stabilire coinvolgendo democraticamente i cittadini- a determinare effetti positivi o negativi per ciascun individuo e per l’ecosistema del quale facciamo parte; è perciò fondamentale che i principi della libertà e responsabilità individuale siano fatti valere con la forza della legge. La scienza deve continuare a reggersi sul principio di fallibilità, senza inseguire il consenso popolare, ma aprendosi al confronto con un’opinione pubblica adeguatamente informata. Le istituzioni democratiche devono rispettare l’autonomia della scienza e investire su quegli strumenti in grado di potenziare la libera scelta riducendo i condizionamenti da parte di ogni forma di potere, politico e non.

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